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sabato 20 ottobre 2012

Recensione di tutti i santi giorni




E’ uscito nei cinema l’ultimo film di Paolo Virzì “Tutti i santi giorni”, un titolo che sa di antico e mi ricorda un’espressione della mia bisnonna. E’ una storia d’amore dolce, delicata e profonda.
Il contesto in cui si sviluppano gli eventi è quanto mai attuale.
Antonia e Guido sono una strana coppia: mite, educato, colto e sistematico lui;  irruenta, ribelle, discontinua lei.
Guido è di buonissima famiglia toscana, ha le carte in regola per fare della sua passione di latinista esperto in martiri protocristiani una carriera universitaria coi fiocchi, ma preferisce il suo impiego di portiere notturno d’albergo e tutto il resto del tempo per amare Antonia.
 Antonia, che ha una bellissima voce, canta in pub chiassosi e sembra aver trovato pace nell’anonima casetta di periferia romana condivisa con Guido e perfino nel detestato lavoro di autonoleggio, dopo una gioventù sregolata con ambizioni artistiche.
 Ma l’attesa di un figlio che non viene scombina l’armonia della coppia, che nonostante tutte le difficoltà, si ama con semplicità e complicità tutti i santi giorni.
Tutto il resto fa da contorno ai protagonisti, i vari personaggi e la città di Roma.
Le musiche sono bellissime, come pure le citazioni colte. Belle anche le inquadrature della città di Roma.
Una commedia da vedere, carica di emozioni, inedita, controcorrente, sottilmente ironica, tratta dal romanzo di Simone Lenzi “La generazione”.

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